Se siete alla ricerca di un’esperienza autentica, immersi in una natura selvaggia e incontaminata, la Forra del Peschio Rosso a Monteroduni, nel cuore dell’Appennino centromeridionale, è la destinazione che fa per voi. Questo canyon mozzafiato, spesso descritto come un “biotopo unico” , è un vero gioiello del Molise, un luogo dove il tempo sembra essersi fermato, preservato nella sua bellezza primordiale.

Un capolavoro geologico e idrografico

La Forra del Peschio Rosso è una scultura naturale impressionante, modellata incessantemente dall’azione erosiva del Torrente Rava. Questo canyon si estende per circa 3 chilometri, con un dislivello complessivo di circa 350 metri. Le sue pareti, alte fino a 300 metri , assumono una caratteristica colorazione rossa, da cui il nome “Peschio Rosso”, dovuta alla presenza di limonite.  

Il Torrente Rava, che nasce a circa mille metri di altezza sopra Gallo Matese , ha inciso la roccia calcarea creando una serie di salti e cascate spettacolari. Tra questi, spiccano la “Tonza r’ ru maraone”, un salto di quindici metri in una pozza verdognola, e la “Tonza delle sette lignole”, dove la gola si restringe a poco più di un metro, creando un rimbombo assordante delle acque. Sebbene parte delle sue acque sia oggi deviata per scopi idroelettrici, il torrente continua a plasmare questo ambiente ancestrale, rendendolo un laboratorio naturale per lo studio dei processi geomorfologici.  

Un santuario di biodiversità: flora e fauna del Matese

La difficile accessibilità della Forra del Peschio Rosso ha contribuito a preservare un ecosistema di straordinaria ricchezza, rendendola un paradiso per gli amanti della natura e del birdwatching. I boschi circostanti, attraversati dall’antica Via della Principessa, sono popolati da lecci, carpini, olmi e aceri. Il sottobosco è un tripudio di belladonna, ginepro e diverse specie di orchidee, come Dactyloriza, Orchis e Ophris.  

La fauna è altrettanto variegata: tra i mammiferi si possono avvistare donnole, faine, istrici, scoiattoli, ghiri, tassi, volpi e cinghiali. La presenza di grandi predatori come il lupo e la lontra, insieme a lepri e ghiri, testimonia la salute di questo ecosistema. L’avifauna è particolarmente ricca: dall’affaccio del Peschio Rosso è possibile osservare il volo maestoso di rapaci come l’astore, il gheppio e, con un po’ di fortuna, l’aquila reale. Il Torrente Rava ospita trote, anguille e carpe, mentre rettili come la vipera e il biacco arricchiscono ulteriormente la diversità faunistica.

Echi di storia e leggende antiche

La Forra del Peschio Rosso non è solo natura, ma anche un crocevia di storia e leggende che ne amplificano il fascino. Il Torrente Rava, ad esempio, era già menzionato come “Saba” in una pergamena del 965, segnando un antico confine.  

Un elemento di grande rilevanza è la “Strada della Femmina morta o via della Principessa”, un’antica mulattiera che collegava i tenimenti feudali e che ancora oggi è costellata di toponimi che raccontano secoli di storia. Lungo questo percorso, si tramandano leggende affascinanti: dalla “Femmina Morta”, una sventurata precipitata nella forra, alla “Preta r’ ru carr”, misteriose incisioni sulla roccia che si dice siano state lasciate dalle ruote dei carri fin dai tempi più antichi. Queste narrazioni popolari rendono ogni passo un viaggio nel tempo, un’immersione profonda nella cultura locale.  

Avventura e sicurezza: esplorare la Forra

Per gli amanti dell’avventura, la Forra del Peschio Rosso è un luogo ideale per il torrentismo (canyoning), con le sue cascate e vasche naturali. Tuttavia, è fondamentale sapere che il percorso è “pericolosissimo” e accessibile “solo ai torrentisti più esperti”. Il periodo migliore per il torrentismo è tra marzo e maggio e dopo forti piogge, quando l’acqua è impetuosa, ma anche più rischiosa. È fortemente raccomandato non avventurarsi da soli e rivolgersi a professionisti.  

Per chi desidera un’esperienza più accessibile, esiste un tratto visitabile da tutti a Vallelunga, vicino a un piccolo ponte di probabile origine romana. Da qui, un sentiero offre una “bella vista panoramica sulla forra”, ideale per il trekking e l’osservazione della natura. L’associazione locale GEA Monteroduni organizza regolarmente escursioni lungo i “Cammini di Monteroduni”, inclusa l’antica Via della Principessa, offrendo un modo sicuro e guidato per scoprire queste meraviglie.  

Un futuro protetto per un turismo sostenibile

La Forra del Peschio Rosso gode di un elevato stato di conservazione, in gran parte grazie alla sua inaccessibilità naturale. La sua importanza è riconosciuta a livello nazionale ed europeo: l’area è inclusa nel Parco Nazionale del Matese. Queste designazioni garantiscono la tutela a lungo termine di questo patrimonio inestimabile. Visitare la Forra del Peschio Rosso significa immergersi in un ambiente dove la natura regna sovrana, un’opportunità unica per riconnettersi con la terra e le sue storie. Un’esperienza indimenticabile che vi aspetta nel cuore selvaggio del Molise.

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